E infatti il giorno successivo direzione Tay Ninh e il suo monastero Caodaista dove assisto ad una ad una funzione. La religione Caodaista sviluppatasi in Vietnam è un mix a livello dei suoi contenuti , poiché prende concetti dal Buddismo, del Cristianesimo, dell’Induismo, dal Confucianesimo, ecc.Questa religione è nata nella provincia di Tay Ninh nel 1926 e proprio in questa località sorge la “Santa Sede caodista” chiamato anche il tempio divino. Il tempio di Tay Nin, è il più grande dei templi cadoisti in Vietnam. La sua costruzione fu iniziata nel 1927 e venne inaugurato nel 1955: il Tempio Cao Dai ha un’architettura che racchiude un mix di architettura asiatica ed europea con il suo aspetto esteriore e dalle forme dei tetti con i suoi colori vividi ed accesi. Al posto dell’altare c’è un enorme globo blu con al centro “l’occhio divino”, il quale si trova all’interno di un triangolo (il triangolo della giustizia), il cosiddetto terzo occhio. Per vedere questo tempio e sopratutto per assistere alla sua cerimonia lo si deve raggiungere in tempo. La cerimonia dura 30 minuti con tutti suoi rituali formali. Un visita ed un luogo assolutamente da non perdere è la visita ai tunnel di Cu Chi scavati dai vietnamiti contro i francesi e poi usati dai Vietcong durante la guerra in Vietnam. Fare un salto nei tunnel di Cu Chi è un vero e proprio viaggio nella storia del Vietnam una storia di guerre, di resistenza, ma da ricordare poiché anche questa è una grande emozione che ti entra nell’anima. A nordovest di Ho Chi Minh, nel profondo sottosuolo, vi è nascosta una vera e propria città sotto la città: si tratta del lungo tunnel di Cu Chi, una rete di cunicoli e vie sotterranee che hanno fatto la storia. Costruiti all’epoca della dominazione francese, questi 220 chilometri di gallerie vennero creati per collegare diversi villaggi ed arrivavano fino al confine con la Cambogia. Esse erano in grado di ospitare circa 10.000 persone. Il ruolo strategico dei Cu Chi tunnel venne sapientemente sfruttato durante le fasi di guerra, prima contro i francesi e anni più tardi contro gli americani nella guerra del Vietnam. Fu in particolare in questo periodo che i famosi Viet Cong, i guerriglieri vietnamiti della fazione anti-americana, utilizzarono i tunnel per nascondere le truppe, per rifornirsi di armi o cogliere di sorpresa i soldati americani organizzando rappresaglie e spedizioni punitive. I soldati vietnamiti si nascondevano infatti in questi sotterranei di cui nessuno, in particolare la base americana, ubicata proprio in quella zona, ne era a conoscenza. Quando però si scoprì della presenza di questa fitta rete sub-urbana vennero mandati i cosiddetti “tunnel rats” a setacciare l’intera zona allo scopo di eliminare ogni Viet Cong. Parte del tunnel di Cu Chi venne poi bombardata. Una buona porzione è stata però restaurata ed aperta al pubblico. Visitare i Cu Chi tunnels significa, infatti, essere catapultati negli anni ’60 : vi sono guide vestite da militari, video di propaganda e veri poligoni da tiro, oltre ovviamente ad avere la possibilità pura di camminare nel sottosuolo vietnamita: le gallerie sono alte 1,2 metri e larghe 80 cm. Non vi è illuminazione, ma egualmente ho voluto” vivere questo “viaggio” all’interno dei tunnel di Cu Chi. Personalmente nel “ vivere questa esperienza”, posso assicurarvi che tornano alla mente tutte le immagini viste nel Museo dei Residuati bellici e ritorna alla mente quel perché l’uomo arriva a tanto…un punto di domanda carico sempre di dolore! E’ una esperienza molto coinvolgente: occorre pensare alle persone che, nel realizzare quest’opera hanno voluto semplicemente sopravvivere. Vivete l’esperienza con tutto il tempo necessario..non si tratta di un museo ma è stata la realtà per migliaia di persone e quello stesso popolo ancora oggi sta ricostruendo ciò che altri hanno distrutto senza polemiche inutili, ma col lavoro e questo a Cu Chi lo comprendi appieno. E al termine della visita, non senza qualche riflessione mentale, rientro a Saigon, in tempo per potere vedere/visitare la “famosa Torre Bitexo”, ed ammirare il panorama dall’alto di questa immensa città che è Saigon. La Torre Bitexo, dispone di 16 impianti di risalita in grado di raggiungere il livello più alto in circa 25 secondi, un eliporto, un piano di osservazione situato al livello 49 denominato Saigon Skydeck con una splendida una vista sulla città, con accesso a pagamento, un ristorante , un centro congressi, un centro commerciale posto ai piani inferiori e naturalmente gli uffici. Il giorno successivo ottima scelta la visita nei dintorni della Saigon “produttiva ed artigianale” di Binh Duong con i suoi prodotti in legno, di Kien An dove ancora si producono artigianalmente prodotti ceramici, le lacche e vernici di Hung Vuong a Manh Long, una giornata durante la quale, avrei comperato la qualunque anche se il mio bagaglio di ritorno inesorabilmente stava divenendo over size!!! Ma ci avrei pensato dopo… Nel frattempo mi preparo per la serata: cena sulla barca Bonsai Rivere Cruises con navigazione sul fiume per ammirare da un’altra visuale Saigon in notturna, orchestra musicale tipica del luogo e personale di bordo gentile e premuroso, vestito in costume tradizionale ! Di buon mattino da Saigon….si parte per un giretto che ben appaga la ma vena naturalistica: il Parco Nazionale di Cat Tien alloggiando all’Eco-Lodge Forest Floor Lodge, posizionato in un luogo strategicamente meraviglioso con vista sulle rapide del fiume! Situato fra le città di Ho Chi Minh e di Dalat, il Parco Nazionale di Cat Tien è una vera Oasi Verde da non mancare per chi si reca in Vietnam e ama fortemente la Natura! Per visitarlo, bisogna comunque sempre prenotare, perché l’accesso è consentito solo ad un contingente giornaliero di persone limitato ed il biglietto include l’attraversamento del Fiume Dong Nai e una guida per fare trekking. Meraviglioso immergersi in questa Oasi di verde, fra trekking e birdwatcing e l’immancabile esplorazione mattutina in barca, che ti dà veramente modo di vivere appieno questo stupendo ecosistema della foresta tropicale pluviale! Una incredibile esperienza che porta al contatto anche con le comunità rurali presenti ai margini del Parco Nazionale, vivendone i calmi ritmi di una comunità integrata con l’ambiente che lo circonda. Dopo questa fantastica esperienza, (che con il senno di poi l’avrei prolungata ancora un giorno), nel primo pomeriggio mi attende il comodissimo volo della Vietnam Airlines che da Saigon mi porterà a Da Nang! A Da Nang incontrati la nuova guida e il nuovo autista, sempre molto gentili…. un giretto non guasta e la sosta al magnifico Museo delle Sculture Cham. Questo museo raccoglie oggi la collezione più completa di sculture Cham del Vietnam, circa 300 opere originali in pietra arenaria e terracotta che illustrano l’evoluzione dell’arte della popolazione Champa dal VII al XV secolo. Il museo è ospitato in un edificio,spirato alla tipica architettura dei templi Cham e realizzato sulla base ai progetti di Henri Parmentier. E’ ancora possibile ad apprezzare la qualità artistica delle figure: Shiva, Garuda, Naga, Leoni, Scimmie e gli Elefanti. Da qui, si procede verso Hoi An per un pochino di relax, magari sulla spiaggia del Resort, alloggiando al Boutique Resort di Hoi An. Ed in effetti mi faccio una lunga passeggiata lungo la spiaggia, sulla battigia restando per un po’ a guardare il mare, qui abbastanza lungo e mosso, avvolta nella nebbiolina e guardando le tantissime palme che svettano. Un Paradiso. Amo tutto ciò che sin ora ho potuto vedere: Cambogia, Vietnam.. e questa bella sensazione, mi rilassa. Questo lo dico anche a chi a questo punto potrebbe pensare: “ma che Tour de Force!” No, non è stato assolutamente così e poi fra l’altro….il mio viaggio continua! Come definire Hoi An? Un vero gioiello….una città molto amata da artisti, da fotografi che ne hanno fatto un riferimento fondamentale: la città vecchia è stata riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1999 Per le strade di Hoi An Il centro storico, ben conservato, è un esempio eccezionale di porto mercantile, il connubio fra tradizione locale e influenza straniera che ha dato vita a un’architettura unica e esemplare ben conservata, di porto commerciale sud-orientale tra il XV ed il XIX secolo ed i cui edifici mostrano una fusione unica di tradizione locale ed influenza straniera. E se ci si guarda intorno bene, ci si accorge che qui il passato è ancora presente mentre i mercati tradizionali e i palazzi antichi raccontano una storia ricca e avvincente. Basta semplicemente passeggiare per le sue strade e ti imbatti sempre in quel meraviglioso mix che sta tra realtà, leggenda e mito! Hoi An…una cittadina dall’atmosfera di una bellezza rarefatta e magica, che colpisce e emoziona accendendo la fantasia: si…me ne sono innamorata…un luogo esotico nella sua accezione più piena e vera. Il fiume Thu Bon scorre tra le case nelle quali predomina il colore ocra: le fa specchiare mentre ricami di qualche alga alla base dei muri, bagnati dall’acqua del fiume, rende più vivi i colori dell’intonaco. Ma l’atmosfera di Hoi An è solo sua, imparagonabile a qualsiasi altra città. La vera magia poi la creano le lanterne di seta colorate: a Hoi An, conosciuta proprio come “città delle lanterne”, le notti di luna piena sono celebrate con migliaia di lampioni artigianali. … lucciole colorate e delicate! Ricavate da strisce di seta e asticelle di bambù, le lanterne sono appese per le strade, fuori dai negozi, lungo i balconi: sono leggere come bolle o palloncini, e illuminano la notte con delicatezza, mosse appena dal vento. Nel silenzio, poi, si apprezzano i suoni della gente di Hoi An: qualcuno suona in una piazza, e altri giocano a scacchi o a bocce lungo la strada. Un luogo fantastico, dove mi piacerebbe rimanerci per sempre dove ogni angolo ed ogni stradina nasconde un piccolo tesoro, ed è facile aggirarsi senza una meta precisa proprio con tale intento. Un’antica leggenda legata al tempio di Chau Cau Hoi An, narra che proprio qui un tempo viveva un enorme mostro chiamato Cu, così grande da avere la testa adagiata in India, la coda in Giappone e il corpo in Vietnam: quando questo mostro si muoveva, causava disastri in Vietnam. Fu così che il ponte cinese venne eretto nella posizione ove ancora si trova , punto debole del mostro. Gli abitanti della cittadina però, colpiti dalla tragica fine di Cu, costruirono nel 1719 un piccolo tempio proprio prima del ponte giapponese, questo piccolo tempio, per potere pregare per la sua cattiva sorte, e per la sua anima! Ritroviamo nelle leggende e nei miti, l’essenza del Vietnam più autentico, la Hoi An da fiaba..ma anche dalla sua storia, possiamo capire il perchè di questa Hoi An multietnica, impreziosita da un mix di stili, unica ad aver passato indenne gli ultimi due secoli di guerre. Occorre ricordare che questa città in passato fu il più grande porto del sud-est asiatico durante il I secolo, nota con il nome di “Città dei Champa”. Bagnata dal Fiume Thu Bon, nata come sonnolento villaggio di pescatori sulla foce del Thu Bon, Hoi An diventò un grande porto commerciale tra il Cinque e il Seicento, quando venne a contatto con giapponesi, cinesi, indiani, olandesi e portoghesi.Ed ogni giorno un’ “EMOZIONE”…