L’alba arriva presto. La luce, se non l’eccitazione, ci sveglia e allora pronti per partire alla volta della Death Valley. Un nome, una garanzia! Si inforca il bolide e via inizia un viaggio di 430 km che ci porterà al Fournace Creek ranch. La stagione (aprile) è ancora clemente, ma la valle della Morte è implacabile. 250 km per 40 di larghezza, anticamente un mare, si trova qui il punto più basso del continente: -86 metri sotto il livello del mare e la temperatura può sfiorare i 58°! L’aridità del luogo fa contrasto con il blu intenso del cielo, l’umidità, qui, non esiste, ma al FCR c’è anche un campo da golf! Americani…! La strada da Los Angeles è dritta e monotona, e come primo giorno, pesante, ma all’arrivo, fatto il check in e una doccia all’imbrunire è bellissimo uscire per godersi gli ultimi raggi del sole dal Dante’s view, punto
privilegiato sulla vetta più alta, che siaffaccia sul Devil Golf Course, la pianura alluvionale a fondo valle. I colori del cielo sono incredibili al tramonto. La mattina è interessante, prima di partire proseguendo verso Las Vegas, visitare il leggendario Zabriskie’s point, reso immortale dal film di Antonioni. Con il fresco delle 6 si esce dalla valle verso Death Valley Junction, e poi si devia a nord sulla 373 verso Amargosa dove vale la pena visitare l’Opera House & hotel. Pare incredibile ma qui per oltre 40 anni, Marta Becket ha vissuto e condiviso la propria arte e i propri sogni, poche miglia a ovest del confine California-Nevada. Lasciata Amargosa si imbocca la I95 che porta diretti a Las Vegas. Non si passa per nessun luogo particolarmente invitante, ma si guida per il piacere di farlo. L’arrivo sulla strip sarà esaltante… ripagandoci del caldo e della polvere e il nulla che abbiamo incontrato fin qui. Las Vegas here we are!