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La Monument valley

La Monument valley

Arrivo-alla-MonumentOggi sarà lungo ed emozionante. Ci immergeremo nello scenario classico dei film western dei due “John”: Ford, regista e Wayne attore. Ma non solo: anche Ritorno al Futuro 3, Thelma & Luise, 2001 Odissea nello spazio, Forrest Gump, Easy Rider e tanti altri hanno visto lo scenario mozzafiato della valle a fare da suggestivo sfondo.  L’arrivo alla Monument Valley è a dir poco mozzafiato, e dopo un colpo d’occhio a largo raggio ci teniamo la stanchezza controbilanciata dall’eccitazione di poter vedere la valle dei nativi più famosa del mondo. E’ un gioiello della Navajo country, dove i nativi sono veri e vendono i loro splendidi monili tradizionali manufatti di argento e opale e turchese, magari un po’ cari ma autentici. Il pianoro desertico di Tse’Bii’Ndzisgaii, il nome in lingua originale, è di origine fluviale (Colorado Plateau) e si trovaMonument-arrivo al confine tra i due Stati Arizona e Utah in un’area abbastanza isolata quanto estesa che dista più di 70 km dalla cittadina più vicina: Kayenta. La strada che conduce al cuore della Monument Valley è famosa, la Highway 163, per il colpo d’occhio in distanza: segue un percorso rettilineo in leggera discesa che dà al viaggiatore l’impressione di entrare in una quinta teatrale. La foto classica vista in mille e mille pubblicazioni va fatta però di mattina presto per avere il sole alle spalle che illumina i “monument” che in realtà sono detti “butte” o “mesas”, veri edifici naturali formati da roccia e sabbia a forma di torri dal colore rossastro, causato dall’ossidazione del ferro contenuto, con la sommità piatta dalla forma conica rovesciata per i detriti che si ammassano ai piedi. In auto si può scendere, diversamente si può visitare a bordo dei camioncini dei nativi, cui è appaltato il turismo. Vale la pena un giro al visitor center e sperare che non sia in corso una tempesta di vento: potreste non vedere nulla o quasi del magnifico spettacolo.