Parlando del Lago Tonle Sap va ben ricordato che esso è “Riserva della Biosfera” dell’UNESCO/MAB dal 1997: un vero paradiso per naturalisti, biologi e studiosi di ogni tipo. Partendo dal Fiume di Sangkè, in un paesaggio meraviglioso delimitato dalle case su palafitta e da una fitta vegetazione con la sua atmosfera serena e per il caratteristico paesaggio di risaie, acqua e foresta, si arriva al villaggio galleggiante dei pescatori di Bak Prea, ed alla sua pagoda Cheu Khamu (pagoda di legno nero). Alla foce, dove il fiume incontra il lago del Tonlé Sap ecco il villaggio di Prek Toal, con le sue scuole, le pagode galleggianti, gli allevamenti di pesci (il celebre Pangasio) e di coccodrilli, dove è possibile vedere e vivere le numerose tecniche di pesca e degli allevamenti di quest’ultimi. Bellissimo vivere l’attraversamento del Grande Lago sino ad arrivare al villaggio di Chong Khneas, solcandone i canali, dove la popolazione vive spostando le proprie case a seconda della stagione. Emozionata nel vedere una scuola, dei negozi galleggianti e persino una pompa di benzina perché dopotutto anche le barche hanno bisogno di far rifornimento ogni tanto. La popolazione qui, vive prevalentemente di pesca ed infatti guardando in direzione del Tonle Sap su entrambe le sponde si vedono parecchi pescatori gettare le grandi reti in acqua. Facciamoci stupire dai colori delle mercanzie disposte ordinatamente sulle barche delle commercianti che si muovono da una casa all’altra per vendere frutta, verdura o anche vestiti. A Battambang ho alloggiato nel piccolo hotel “La Villa”, una casa del 1930 ristrutturata nel dopo Pol Pot: solo 7 camere, una pace immensa e una posizione invidiabile davanti al lungo-fiume! Una atmosfera “coloniale Indocinese”. Sarita mi guida alla scoperta di questa carinissima città, fra un giro in Tuk Tuk, passeggiate a piedi verso il vicino museo provinciale e una pagoda in legno. In auto poi, immancabile la visita ad una famiglia locale che produce ottimi wafer di riso assaggiandoli e chiacchierando e con gli abitanti del posto! In zona meritano di essere visitati il tempio di Wat EK Phnom del XI secolo e un po’ piu distante, in auto, attraversando campi di arance ecco il tempio di Prasat Banon (XII-XIII secolo) posto in cima ad una collina e una lunga scalinata da percorrere. Dall’alto si ammira un bellissimo panorama in un contesto di grande serenità e pace, che spazia da villaggi, pianure, pagode e immensi campi di papaia (assolutamente da degustare sul posto…e Sarita coglie al volo). Ma i fuori programma oggi non terminano qui: giro sul treno di Bambù? Siiiii e perchè no, è così bello ritornare un po’ bambini! Il giro col trenino (o norry, in lingua locale) dura più o meno un’ora ed il prezzo si aggira sui 10 $ a testa… ma ne vale la pena! Nel punto più distante il trenino fa una sosta in uno slargo in cui sono allestite un paio di immancabili bancarelle e magari bere una noce di cocco, giocando con i bambini ed ammirando la bellezza delle persone anziane che mantengono sempre vivo un sorriso che ti riempie l’anima contagiandoti. Il trenino di bamboo sfreccia a ben “20 chilometri orari” e incontrando un treno che procede in direzione opposta, di necessità virtù, visto che c’è un unico binario: si smonta pezzo per pezzo uno dei due “convogli” si ricollocano i pezzi “stile sorpasso” et voilà…. si continua la corsa sino al “successivo smontaggio e rimontaggio”. Quante risate fra gli occupanti dei due convogli!!!! Battambang è una cittadina che ha tante tante altre cose da dirvi ….È qui che troverete parecchie ONG e ONLUS provenienti da tutto il mondo, ciascuna con un programma particolare nel sociale, educazione ed aiuto alle popolazioni cambogiane. ..è qui che troverete il PHARE Circus che tanto eco ha avuto nel mondo …È qui che troverete tanti Ospedali e strutture sanitarie in aiuto del popolo Cambogiano…È qui che Emergency di Gino Strada…ha dato in consegna l’ospedale agli stessi Cambogiani reistruiti all’arte della Medicina dopo che Pol Pot aveva sterminato gli intellettuali! !!Di questo poco o niente chi va in Cambogia e Battambang conosce…Ma se avete del tempo. ..dateci uno sguardo!Non ve ne pentirete, per chi ne ha voglia e spirito …naturalmente! IL PHARE CIRCUS, proprio quella sera organizzava una serata con cena e spettacolo, il cui ricavato andava ai bambini! E anche in questa occasione Sarita è stata il massimo…biglietti trovati e pagati..io felice!! I ragazzi del PHARE CIRCUS sono veramente bravissimi….non è un Circo come lo intendiamo in Italia: le loro esibizioni sono di Atletica e perfomance artistiche! Al termine si può fare un giro per la struttura con un componente della ONG..acquistando dei disegni fatti da bambini disabili ( fatelo…sono bellissimi!)…Rientrando…un giretto al Mercato notturno va più che bene!!! La mattina presto accanto al lungo fiume è molto bello guardare le file di monaci di ogni età che ordinatamente si recano a “scuola ” nel Monastero locale….il saluto di Battambang prima di fare ritorno verso Phnonm Penh! Bellissimi i paesaggi rurali che si attraversano ed ogni tanto c’ è il mio “stop autista” , che oramai ben sa e ride insieme a Sarita per scattare qualche foto fra le risaie, le palme e qualche isolata casa tradizionale in legno su palafitta. Bello poi fermarsi nella cittadina di Kompong Chnang sul Lago Tonle Sap e girovagando fra le piccole botteghe degli abili che artigiani locali che lavorano la terracotta e il bronzo per ottenere utensili da cucina,oggetti utili alla vita quotidiana e decorazioni per le case cambogiane… vicini poi.. due villaggi galleggianti di pescatori..irresistibile tentazione, ovviamente, prima di arrivare nuovamente a Phnom Penh! Solo per una sera. Mi aspetta ancora un angolo della meravigliosa Cambogia….forse fra i piu naturalisticamente selvaggi ed incontaminati…puntando verso Nord: alla scoperta dei delfini di acqua dolce dell’Irrawaddy nei pressi di Kratie! Questa specie è denominata scientificamente “Orcella Asiatica”ed è protetta dal WWF poichè in di via estinzione! Prima degli anni ’70 erano almeno un migliaio ma pare che i khmer rossi non risparmiassero nemmeno agli animali le loro atrocità e si divertissero ad abbatterli a colpi di mitraglia. Qualcuno dice per ricavarne pregiato olio, altri per solo divertimento. Una prima sosta, strada facendo, viene dedicata al Tempio di Phom Sombok ubicato sulla sommità di una verdeggiante collina sormonta da un pittoresco wat in bella posizione sul fiume Mekong che merita di essere visitato… in loco vi sono parecchie monache, vestite di bianco. Da Kampi con una una delle barche a motore locali arriviamo al tratto di fiume dove ancora sopravvivono una cinquantina di delfini. Tutto è silenzio intorno, mentre il sole inizia a tramontare ed il fiume è uno specchio…occorre guardarsi intorno perchè affiorano silenziosi dalle acque del Mekong: sono veramente dolcissimi con quel loro aspetto quasi sorridente e la fronte sporgente! Una rarità dell’ecosistema fluviale che merita la massima attenzione…che bello averli potuti vedere, una felicità immensa, non ben descrivibile! Poco lontano c’è la silenziosa isola di Koh Trong, una striscia di sabbia coltivata ed abitata da alcune centinaia di contadini che coltivano riso e frutta nel bel mezzo del Mekong ed è qui, in questa pace massima che dormirò stanotte (Hotel Sala Koh Trong). Lunga una decina di chilometri l’ho visitata percorrendola in bicicletta e motorino su una strada in terra battuta visitandone il piccolo villaggio costruito con semplici case in legno, un antico stupa, alberi da frutta e giardini fioriti entrando in contatto con gli abitanti e pranzando con loro (cosa che amo moltissimo). A tarda sera con Sarita e l’autista, si fa ritorno a Phnom Penh…l’ ultima serata in terra Cambogiana… e un bel po’ di magone già assale sia me che Sarita! Una guida preziosa ed una persona speciale che ha reso ancora più vera e bella la “scoperta di una Cambogia” di cui ci si innamora per sempreportandola nell’animo e nel cuore con il sorriso e la gentilezza di tutta la sua gente e gli occhi sgranati e sorridenti di questi bimbi che nascono già grandi e consapevoli, un sorriso che non ti abbandona mai e ti rimane nell’anima! Ed infatti il giorno successivo in aeroporto, nel salutarci sia io che Sarita …beh si, ci siamo fatte un bel pianto! Mi piacerebbe tanto poterla ricontattare prima o poi o rivederla, ci spero. La vita spesso è così imprevedibile chissà. Ottimi i voli della Vietnam Airlines. L’’isola di Phu Quoc mi attende, per una settimana di relax, mare non senza girovagare da Nord a Sud!! Programmino niente male: in genere il soggiorno mare si pone al termine di un tour, io invece ho pensato di metterlo quasi a metà viaggio per staccare la visita dei due Paesi e non farne un frappè di luoghi. Ovviamente, sia i referenti locali, che direttamente la DGV TRAVEL da Roma, si sono fatti sentire più volte, per sincerarsi circa il mio stato ed il procedere del viaggio: perfetti in ogni cosa. Ma ritornando all’Isola di Phu Quoc, ho soggiornato nella splendida baia di Ong Lang al Chen Sea Resort & Spa Phu Quoc, una vera pausa nel paradiso in questa Isola, ancora intatta poco conosciuta dal mercato internazionale, ma proprio per questo offre tutto ciò che un “vero” viaggiatore può cercare, rilassandosi in una atmosfera veramente da “ultimo Paradiso”. Un’isola da vivere e conoscere, come i suoi abitanti, ospitali e genuini, una natura generosa e selvaggia e una meta veramente da consigliare per chi, effettua un viaggio nel Sud Est asiatico, non solo come “intermezzo”…ma anche come meta principale! Se poi non vi fate traviare dall’ ozio e dalla SPA….fra mille massaggi, potete prendere un taxi e recarvi nel centro più vicino per fare shopping…oppure dedicare due giornate piene al giro del Nord e Sud dell’Isola, che nasconde mille tesori, e merita di essere anche visitata (a voi la scelta)! Da ricordare in particolar modo che nella zona c’è l’area del Parco Nazionaledi Phu Quoc, creato dal governo vietnamita nel 2001, copre grosso modo il 79% dell’intera area isolana. Ricco di foreste e di numerose varietà di piante, abbonda anche di acque, cascate e torrenti. Ideale per chi volesse fare anche del trekking. Non mancano possibilità di altre“ visite” in questa isola: dalle Pharm di pepe, ai villaggi di pescatori, alle fabbriche di perle, a qualche pagoda, ai tanti mercati presenti da Nord a Sud dell’Isola, ma anche alle tante altre spiagge ed isolette! Troppo riposo dopo 8 giorni? Ed allora rieccomi a volare verso Saigon per visitarla, in lungo e largo, rimanendoci ancora tre notti (ma ci ritornerò ancora in questo viaggio) e questa volta alloggiando nel centralissimo Hotel Ramada Renaissance Riversaide, iniziando le visite dai due mercati principali di HCMC.