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Addis Abeba, il palazzo dell’Unione Africana

Un viaggio in Etiopia è un’esperienza che lascia un segno profondo, perché è un paese che presenta diversità e differenze molto significative sia con la nostra cultura sia con gli altri Paesi africani. L’Etiopia è un Paese eccezionalmente bello con una grande varietà di paesaggi, una straordinaria ricchezza di patrimonio culturale e storico, e in più una dimensione di spiritualità che nei nostri Paesi è scomparsa da tempo.

 L’ITINERARIO

Servono cinque ore e mezzo di volo dall’Italia per atterrare ad Addis Abeba, capitale e porta di accesso all’unico Paese del continente africano che ha incontrato il colonialismo occidentale solo per un tempo brevissimo, quello di una Italia che si voleva impero, ma riuscito a esserlo solo per una manciata di anni.  Inizia da qui il viaggio organizzato da ETO, Ethiopian Tourism Organization in collaborazione con Ethiopian Airlines per un gruppo di operatori e per la stampa internazionali. L’itinerario che ci è stato proposto si snoda nella parte settentrionale del Paese e prevede cinque tappe in località molto diverse fra loro ma molto importanti per conoscere aspetti diversi dell’Etiopia.

ADDIS ABEBA

Addis Abeba, il Leone di Giuda simbolo degli imperatori etiopi e dell’Etiopia

Addis Abeba, il Leone di Giuda simbolo degli imperatori etiopi e dell’Etiopia

Addis Abeba è una tipica capitale africana, con uno sky line che mescola grattacieli e costruzioni modernissime, cantieri mai finiti, vecchie case e grandi periferie. Avvicinandosi al centro città dall’aeroporto si ha l’impressione che nessuna autorità abbia diretto la crescita della metropoli, che oggi raccoglie 3,5 milioni di abitanti. Lo si intuisce percorrendo le moderne strade con eleganti viali alberati, che a loro volta incrociano stradine trafficate ed altre ancora in terra battuta che forse diventeranno una strada di collegamento con un centro commerciale in costruzione.

Anche il traffico è tipicamente africano: caotico, inarrestabile a ogni ora del giorno e della notte, in cui convivono grandi camion, automobili biciclette, motorini, autobus che si lasciano dietro nuvole di fumo nero. Non mancano i carretti trascinati da asini e i pastori che guidano le greggi di pecore per niente intimoriti dal traffico che rischia di travolgerli. Nonostante il traffico, il cielo è azzurro, il sole risplende, l’aria è leggera: è questa la benedizione assicurata dai 2400 metri sul livello del mare dell’altopiano su cui è costruita Addis Abeba.

L’area dell’attuale capitale fu scelta nell’Ottocento da Taitù, la moglie di re Menelik II, proprio per la bellezza del suo paesaggio, la salubrità dell’aria e spazi sufficienti per i futuri sviluppi urbani. Quella più antica, sui Monti Entoto distanti da Addis Abeba una ventina di chilometri, è oggi un piccolo villaggio di montagna che conserva la chiesa di Entoto Maryan a pianta ottagonale, non visitabile e riservata al culto della popolazione locale, dove si celebrò nel 1882 la cerimonia di incoronazione di Menelik II.