Trionfo di freschezza, colori, bellezza
Il risultato di tutto questo in tavola è un trionfo di colori, eleganza e bellezza – con una vera estetica della presentazione – che emana freschezza, coinvolge gusto, vista, olfatto, tatto e perfino l’udito con i suoi cibi croccantissimi. Un universo costruito el tempo dalle sperimentazioni sempre più ardite di generazioni di cuoche e gourmet, pervaso dagli aromi forti o delicatamente inebrianti delle erbe aromatiche – dal lemongrass al coriandolo e l’aneto, il basilico, la galanga, la perilla e altre ancora – e delle spezie che arricchiscono i sapori del pesce di mare e di acqua dolce, di gamberi e granchi, legumi e riso, carne di pollo, maiale e manzo, che si aggiungono gli ortaggi crudi e alla frutta tropicale: un concerto emozionante che lascia immaginare foreste di cocco, mandrie di bufali al pascolo, immense risaie e distese di acque disseminate di fiori di loto, del quale in Vietnam si gustano i candidi steli in salamoia.
Per la festa del Tết, il Capodanno vietnamita, la tavola di famiglia diviene un giardino spettacolare, con ogni ingrediente tagliato ad arte e composto armoniosamente sul vassoio.
Un piacere dietetico, perfino dimagrante
A tutto questo si aggiunge la certezza confortante di una tavola a basso contenuto calorico, scarsa di grassi e di alta digeribilità, esempio di rigoroso equilibrio dietetico adatto ad ogni età. Oltre che in armonia con il corso delle stagioni, e con abbinamenti in equilibrio fra yin e yang, come vuole l’antica scuola medica orientale: si abbinano le lumache fredde molto yin con lo zenzero che è molto yang. Negli anni ’30 il geografo francese Pierre Gourou definì il Viêt Nam una “civiltà vegetale”, dove il verde domina l’alimentazione: «Mi mancano la zuppa con gli spinaci d’acqua e le melanzane marinate in salsa di soja” lamenta il vietnamita espatriato nella letteratura popolare della diaspora.
Alla fine insomma non sarebbe lontana dal vero la teoria che ritiene la cucina vietnamita perfino dimagrante.