“Sefo” guida del Mombo Camp, Okavango, con una rara tartaruga leopardo

Lo “spotter” la guida che individua gli animali

Chi lavora nei resort o nei campi, come in tutta l’Africa australe, è premuroso e amichevole, educato e capace, orgoglioso del proprio suolo di ambasciatore della natura e dell’ospitalità antica e ti chiama solitamente per nome. I ranger attenti e esaustivi spiegano alla perfezione ciò che si può vedere nei due “games” della giornata: verso l’alba e due ore prima del tramonto, scovando (spotting) ogni più pic cola e invisibile orma dove tu non riusciresti nemmeno a capire se è mossa da animali o dal vento.

Safari sul Chobe

A Kasane, sempre sul fiume Chobe, ma fuori dal parco, dal pontile del Cresta Mowana lodge o del Chobe Marina si parte per il safari sul fiume. Lo schema è il medesimo: al tramonto sorseggiando un buon drink a caccia di immagini memorabili di elefanti, ippopotami, coccodrilli, babbuini e facoceri sulle rive e volatili di ogni tipo. E poi tramonti mozzafiato come solo l’Africa vera può regalare, dove il cielo si tinge di sfumature che solo i pantoni grafici possono riprodurre, mentre, qui, tu li vivi ogni secondo cangianti e mutevoli fino a che il rosso disco tramonta dietro l’orizzonte regalando il raggio verde all’ultimo spiraglio di luce che apre le porte al crepuscolo, prima, e all’avvolgente notte, poi. 
Con i voli interni sui piccoli Cessna da 8/12 posti, al massimo 60 minuti, si arriva all’Okavango dove campi ormai leggendari propongono i due classici safari giornalieri (5.30 am e 4.00 pm) per vedere dal vivo leoni, leopardi, ghepardi, iene, sciacalli e chi più ne ha più ne metta. Una frugale tazza di the prima dell’alba, un biscotto e poi via per il delta in cerca degli animali, per poi tornare al campo per fare la colazione vera, un lauto pasto mattutino, prima di una mattinata di riposo, per poi ripartire il pomeriggio dopo pranzo e dopo un altro break, alle 16.