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Kyoto in due giorni
Primo giorno: santuario Fushimi-Inari Taisha–tempio Kyomizu-Dera – KodaJi – mercato di Nishiki- YasakaJinja – Ebisu Jinja

Con lo Shinkanzen, il treno ad alta velocità giapponese, in poco più di due ore e mezza si percorrono gli oltre 450 chilometri che separano Tokyo da Kyoto. Dai finestrini nei giorni limpidi si può buttare l’occhi sul monte Fuji, che con i suoi 3776 metri di altezza risulta sempre innevato.
Kyoto è l’antica capitale del Giappone, regno di templi e giardini (attenzione agli orari di apertura e chiusura dei templi, che durante la stagione invernale sono limitati). Ma soprattutto è la città dove forse meglio si custodisce l’anima del Giappone tradizionale.

Il monte Fuji dai finestrini dello Shinkanzen

A Kyoto abbiamo pernottatoal Q-beh (505-3, Washio-cho, Higashiyama-ku, Kyoto), un ryokan, nel quartiere di Gion. Il ryokan è l’abitazione tradizionale giapponese, con camere dai pavimenti rivestiti da stuoie di tatami e futon al posto dei letti. I ryokan sono costruiti secondo i precetti dell’architettura tradizionale in cui l’intera struttura è “biologica”, cioè realizzata con materiali naturali. Quello dove abbiamo alloggiato era molto ospitale, con un’area adibita a cucina in comune e un buon rapporto qualità-prezzo.
In gennaio le temperature e le condizioni meteorologiche sono molto simili a quelle italiane e la nostra visita ha quindi privilegiato templi, santuari e mercati rispetto ai bellissimi giardini e parchi – fra i quali quello intorno al palazzo imperiale – che offrono il meglio di sé durante la primavera o l’autunno. La fortuna ha però voluto che ci trovassimo in Giappone nel giorno del tradizionale “seijin no hi”, la festa nazionale giapponese durante la quale i neoventenni celebrano l’ingresso nella maggiore età. I festeggiamenti cadono il secondo lunedì del mese di gennaio; durante la festa i ragazzi e le ragazze si recano nei luoghi di culto vestiti nei loro colorati abiti tradizionali, come abbiamo potuto osservare nei templi.

 

santuario di Fushimi-Inari Taisha

Per raggiungere il santuario shintoista di Fushimi-Inari Taisha è necessario prendere il treno, ma ne vale sicuramente la pena, data la vastità del complesso, esteso lungo i versanti boscosi dell’Inari-yama. Abbiamo percorso un sentiero di 4 chilometri, racchiuso per tutta la sua lunghezza da centinaia di torii (il tipico portale shintoista) arancione e fiancheggiato da volpi di pietra.

La volpe è per i giapponesi un messaggero del dio del raccolto del riso, creatura sacra e misteriosa.
Tornati nella zona centrale, si può seguire a piedi l’itinerario che tocca il templi buddhisti di Kiyomizu-dera e di Koda-Ji, fra i vicoli di Higashiyama sud.

Kiyomizu-dera  è un tempio antico, edificato per la prima volta nel 798. L’edificio principale, sostenuto da centinaia di colonne, si affaccia sulla collina, mentre poco più in basso scorre una cascata le cui sacre acque si ritiene donino salute e longevità a chi ne beve. Sparsi nel complesso vi sono altri padiglioni e santuari. La ripida salita al tempio è disseminata di negozi che vendono oggetti artigianali, souvenir e snack.

Il Koda-Ji, fondato nel 1605, offre un bell’esempio di tempio buddhista caratterizzato da giardini zen e da sale da tè realizzate da un celebre maestro della cerimonia del tè. Da non perdere.
Prima di rientrare, tappa al mercato di Nishiki, dove abbiamo scoperto tutti gli ingredienti fondamentali della ricca tradizione gastronomica giapponese.
La sera, durante una passeggiata nel quartiere tradizionale di Gion, grandi festeggiamenti con musica e mercato all’aperto aYasaka Jinja, variopinto santuario shintoista e a Ebisu Jinja, dove abbiamo avuto la fortuna di incrociare alcune autentiche geisha  in visita al tempio per il giorno di festa.


Le geisha sono intrattenitrici di professione molto istruite, pagate per agevolare e ravvivare le occasioni sociali in Giappone. Le origini delle geisha risalgono all’epoca Edo (1600-1868), quando nacque una categoria di ragazze specializzate in un’ampia gamma di arti tradizionali giapponesi come la danza, il canto, la cerimonia del té. Ancor oggi Kyoto è la capitale delle geisha, che diventano tali dopo un lungo percorso di formazione e dopo aver vissuto per anni in una okyia – casa delle geisha.