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Sidecar

Per raggiungere Bulata, l’ultima destinazione prevista sull’isola di Negros, bisogna percorrere l’unica strada che da Bacolod porta a sud in direzione di Cauayan, in quattro ore di pulmino. La lunghezza del trasferimento si deve al fatto che si cammina in un traffico incredibile, circondati da sciami di piccoli sidecar, dotati di tettuccio fissato alla motocicletta, stipati di gente e di mercanzie, che sembrano in competizione con un’infinità di camion carichi all’inverosimile di cataste di canna da zucchero.

A Bulata c’è un unico resort, il Punta Bulata Resort, con una bella spiaggia di sabbia perfetta per lunghe passeggiate e un centro per le immersioni

Dal resort con un bangka, la barca a motore con i bilancieri, si raggiunge la vicina  piccola isola di Danjugan un angolo di paradiso per gli escursionisti e gli amanti delle immersioni gestita dalla Philippine Reeef & Rainforest Conservation Foundation che ne preserva l’integrità e diffonde la cultura ecologica organizzando stage residenziali, prenotabili direttamente o tramite la reception del Punta Bulata.

L’ospitalità nei bungalow o nelle cabanas dotate di zanzariera è spartana ma accogliente e curata nel più autentico spirito filippino.

La visita a Negros ci porta a spasso nel passato di queste terre, benedette per lungo tempo dalla ricchezza di una sola coltura agricola che aveva però un mercato mondiale. Adesso, finita da tempo l’epoca d’oro, restano le coltivazioni di canna diventate fonte di redditi ben più modesti per i coltivatori dell’isola, come provano i sistemi di trasporto in uso. Il turismo ha ricevuto in dote una ricca varietà di testimonianze storiche e la natura rimasta affascinante fuori dai confini delle piantagioni. A Negros si sente meno la pressione dell’edilizia e delle nuove costruzioni di giganti della ricettività, ma la testimonianza della fatica dei giovani che tengono in vita la Fondazione di Danjugan, che è facile raccogliere dagli operatori, dimostra che anche qui il sogno di un turismo ricco ed ecosostenibile è ancora lontano dal realizzarsi. Per capire di più bisognerebbe fermarsi più a lungo e girare in tante altre località di questa isola doppia, ma non c’è tempo. Si riparte.