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Verso nord

Ci allontaniamo da Hanoi seguendo la strada n.32 che punta verso nord–ovest. Dopo esserci lasciati alle spalle la periferia della città, pian piano il traffico infernale scompare quasi del tutto e ci dispiace non aver affittato una motocicletta invece di una banalissima auto. Questa strada ha il vantaggio di non essere sugli assi che collegano le due grandi mete del turismo di questa regione: Dien Bien Phu, luogo simbolo della lotta contro i francesi, sul confine col Laos e Sapa, al confine con la Cina. Facciamo tappa a Thanh Son, 100 chilometri a nord di Hanoi dove, accanto alle risaie, troviamo le piantagioni di tè. Lo scopo del nostro viaggio è visitare la zona nord-occidentale del Paese: la valle di Muong Lo, che viene considerata la capitale del popolo Thai , Mu Cang Chai,  villaggio che si affaccia su alcune delle terrazze di riso più belle del Vietnam per raggiungere infine Sapa, nota località dove vive il popolo Hmong. È una zona tra le più remote e meno popolate che vanta una storia piuttosto diversa da quella del resto del Paese. Considerata per secoli inadatta alla coltivazione del riso, dove a lungo ha prevalso la coltivazione dell’oppio, regione cuscinetto con la Cina definita “terra di banditi”, oggi come allora è abitata dalla maggior parte delle oltre cinquanta minoranze etniche del Vietnam. Questo mosaico di popoli, insieme agli scenari naturali, rappresentano una ricchezza per il Paese e un’occasione imperdibile per i viaggiatori per dirigersi in questa zona. Ciascuna minoranza ha la propria lingua, abiti e case tipiche e particolari credenze religiose ma tutte vivono in villaggi accanto a vasti campi di riso da cui ricavano il necessario per vivere. H’mongThaiDzao rossi e Tajsi alternano sul nostro percorso. Sono riconoscibili grazie ai diversi abiti tradizionali che indossano ma riusciamo a comunicare con loro solo tramite la guida (che parla anche italiano) di Asiatica Travel, un consolidato e affidabile tour operator di Hanoi che ci accompagna nel nostro viaggio consentendoci di dialogare con la gente del posto in villaggi poco frequentati dai turisti e, soprattutto, pernottare nelle case su palafitte, le tipiche abitazioni rurali dei Thai. Qui, al piano terra completamente aperto sui lati, si svolge la vita domestica mentre al piano di sopra ci sono le stanze da letto e qualche arredo minimo, come vecchi televisori, l’effige di Ho Chi Minh e poco altro. Sia detto per inciso: si tratta di un’esperienza memorabile. Il confort di acqua corrente, luce elettrica e bagni con doccia, nulla toglie al fascino di una notte trascorsa dormendo sul pavimento di bambù mentre tutto intorno, il buio e il silenzio della natura prendono il sopravvento. Al mattino, saranno gli animali da cortile e la vita del villaggio a darvi il risveglio. Un’esperienza che da sola vale il viaggio.

Sapa e dintorni

Tutto il nostro percorso si snoda su strade che si arrampicano verso l’alto. Ai veicoli motorizzati si affiancano sempre più numerosi buoi e bufali d’acqua, galline e contadini che camminano o pedalano su biciclette sovraccariche. I campi di riso terrazzati ci accompagnano lungo tutto il tragitto. A ogni curva sembra che il panorama diventi più suggestivo e la presenza di villaggi sempre più rara. Il punto più alto della regione è rappresentato dal Monte Fansipan che, con i suoi 3143 metri è la montagna più alta dell’Indocina. Lo vediamo davanti a noi, avvolto nella nebbia, poco prima di arrivare a Sapa, località turistica fondata dai francesi all’inizio del Novecento che oggi ha perso buona parte del suo fascino a causa di un eccessivo sviluppo edilizio. Eppure da qui si può godere di panorami ancor più imponenti (nuvole permettendo) e fare base per escursioni nei numerosi villaggi delle tribù di montagna sparsi all’interno del Parco Nazionale di Hoang Lieng.

A mezz’ora da Sapa, la città Lao Cai consente di raggiungere Hanoi direttamente via treno, tra cui l’esclusivo Victoria Express. Da qualche anno, inoltre, è stata completata anche un’autostrada che collega comodamente la Capitale con queste zone remote. A patto di voler rinunciare all’indimenticabile esperienza che si vive percorrendo la strada numero 32.

Angelo Pittro

La scheda:

Asiatica Travel

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