Eccoci sul Lago Inle dove ho trascorso tre giorni pieni fra mille emozioni e luoghi visitati. In moto-lancia lungo il lago da Nord a Sud ammirando gli stupendi paesaggi, le acque punteggiate di vegetazione galleggiante, infinite imbarcazioni di pescatori, villaggi lacustri Intha con i loro incredibili giardini galleggianti, i mercati “dei Cinque giorni”, le sue antiche stupe, le minoranze etniche del luogo, i semplici villaggi dove donne e bimbe lavorano gli incensi fatti con la polvere di tanaka o accudiscono i piccoli dai dolcissimi sguardi e sorrisi che non possono lasciare indifferenti, le piccole botteghe tradizionali dove si lavorano con grande maestria argento e tessuti di fiori di loto. La vita e le attività quotidiane sul Lago Inle Il Lago Inle se da un lato appaga la voglia di “naturalitá”, dall’altro indubbiamente pone il problema dello sviluppo sostenibile locale virtuoso dei luoghi, anche in rapporto alla presenza delle strutture alberghiere e dell´affluenza turistica, compatibile con l’ambiente: un equilibrio da perseguire con intelligenza se si vorrá far rientrare l´Area dell´Inle Wetland Wildlife Santuary, nel novero delle Aree MAB protette dall´Unesco (iscrizione del 2015 ma non accora approvato). Nonostante tutto il Lago Inle è rimane e rimarrà uno dei luoghi più affascinanti della Birmania! Il Monastero dei gatti che saltano Nga Phe Chaung. Per fortuna ora non più… Un monito ed un avviso per chi lo visita e per chi lí governa a tutti noi viaggiatori e turisti: “E’ uno stupendo mondo d’acqua dove tutto è su palafitte – case, templi, scuole – e dove perfino le bancarelle dei mercatini sono su barche”, ma non trasformiamolo in un evento da baraccone: visitiamolo in punta di piedi come se fossimo (e lo siamo) a casa nostra! Su una canoa motorizzata il mio primo vero incontro con il mondo del Lago Inle e la Birmania: in mezzo a questo magico specchio d´acqua é un’emozione per lo spirito pranzare a bordo di un’imbarcazione usata anticamente per il trasporto del riso. Un silenzio costellato dai rumori dei remi e dei numerosi uccelli che planano verso i canneti e l´acqua pescando, un tripudio di colori che donano all’anima istanti di pura bellezza ed allora proprio qui ripenso sorridendo alla frase di Tiziano Terzani che Alessia e Michele mi avevano scritto come messaggio: “Fermati ogni tanto, fermati e lasciati prendere dal sentimento di meraviglia davanti al mondo” ed è stato ed è così…fermiamoci un attimo nel racconto. Mandalay: Il Palazzo Reale quasi interamente ricostruito dopo un incendio e quel che ne resta. Un Viaggio emozionale di nome e di fatto pensato per vivere ogni istante rendendolo unico e nel contempo diverso per ciascuno, in un mix creativo fra viaggio su misura e viaggio fai da te nel quale i protagonisti siamo noi ed i luogo che visitiamo. É questo il senso del viaggio nella magia del Myanmar, che prosegue anche con altri itinerari nella stessa Birmania o nel resto dell´Asia. Un’immersione di emozioni dentro se stessi in un viaggio su misura che permette anche a chi lavorando non ha molto tempo a disposizione di non dimenticare né il fai da te né la preziositá di luoghi e del tempo stesso, perché il viaggio lo costruiamo noi viaggiatori con DGV TRAVEL (Viaggiatori anche loro…non dimentichiamolo), grande expertise di aiuto e supporto Un itinerario emozionale svolto via terra e su corsi d’acqua con guida locale nella lingua che volete (pigrona io ho scelto l´italica lingua), auto con autista, barche, canoe, risciò e brevi voli interni, per vivere al massimo ogni istante in modo irripetibilmente unico e meraviglioso. Ma ora riprendiamo il viaggio in “piccole pillole” Mandalay la cittá mistica“ con mille monasteri, pagode, scuole per i monaci. Mille esperienze indimenticabili. Stupenda ed immancabile la visita alla pagoda Kuthodaw, definita “il più grande libro del mondo” per la collezione di 729 lastre di marmo incise con istruzioni buddhiste, all’imponente monastero Shwenandaw, unica struttura sopravvissuta del Palazzo Reale del XIX secolo, la pagoda Mahamuni con il suo Buddha ricoperto da foglie d’oro, le mille botteghe di artigianato. Mandalay: Da qui verso la Città di Amarapura una delle antiche capitali della Birmania e per vivere il monastero Mahagandayon fra mille e più monaci e fra tanti turisti! Meglio andarci prima che arrivano i pulman, la mattina presto e sorridere fra di loro in mezzo a mille pentoloni!! Meravigliosa anche la visita al monastero sulla collina che domina la città e offre un panorama incredibile. Da Mandalay un giro sino ad Amarapura, penultima capitale reale, con il monastero Mahagandayon e a breve distanza visita del leggendario Ponte U Bein sul lago Taungthaman, costruito quando Amarapura era al centro delle attenzioni reali. Che vista mozzafiato dalle colline di Sagaing! Attraversato il ponte sul fiume Irrawaddy si raggiunge la collina di Sagaing con le sue 600 pagode e i suoi monasteri. Qui risiedono circa 3.000 monaci e vi sono quasi 100 santuari di meditazione: stupende le pagode Swan Oo Pon Nya Shin, U Min Thone e Shin Sae Pin Nan Gyaing. Le dolci monache “rosa”mi hanno donato una delle piú intense emozioni, a loro ho offerto un pranzo ricevendo mille preghiere quale credito. Un’ulteriore e splendida emozione sapendo che i conventi vivono grazie alle donazioni e che molte monache sono orfane o vengono di famiglie povere che le inviano in questi luoghi per viverci ed essere educate. A Sagaing fra le monache rosa, la grande emozione di vivere un giorno fra di loro, offrendo un pranzo! La tavola viene alzata e poi riposta sul sostegno da chi dona ad indicare l’atto della donazione ricevendo il loro grazie in mille preghiere e…sì mi sono scappati due lacrimoni!! A seguire eccomi in visita ad Ava, capitale del paese dal XIV al XVIII secolo, visitando il monastero di Bagaya, la Torre dell’Orologio di Nanmyint, nota anche come “Torre pendente di Ava”, una reliquia del palazzo e il monastero Maha Aungmye Bonzan. Ad Ava Si arriva dopo aver attraversato il fiume e proseguendo in calessino, una vista rurale ed una storia da vivere sul posto! Bellissimo il monastero costruito in teak di Bagaya Kyaung…ma tutta l’antica capitale del regno della Birmania Yadanapura merita una visita lenta! In auto poi, da Mandalay a Monywa visitando il Tempio Thanboddhay coperto di immagini di Buddha e alla pagoda Boditahtaung con la più grande statua di Buddha in piedi del Myanmar. Incantevole poi l´area di Po Win Taung, con ben 947 grotte di arenaria scavate nelle colline circostanti, considerata la migliore raccolta di pitture murali e statue buddiste di tutto il Sud-est asiatico e il complesso di Shwe TaungBa, definito la piccola Petra birmana, dove monasteri e templi sono stati scavati nelle scogliere di pietra e affrescati al loro interno. La Piccola Petra della Birmania!!Le Grotte di Po Win Taung, scavate nelle colline circostanti insieme alla città…un vero gioiello architettonico! Da Pakokku dopo una sosta in alcuni villaggi rurali, con un traghetto in due ore si arriva a Bagan..non senza fare una stupenda sosta lungo il fiume per ammirare il tempio Kyauk U Min Gu. Bagan, seconda sola ad Angkor Wat in Cambogia, stupisce e ammalia da sempre i suoi visitatori. Tiziano Terzani ha scritto che Bagan è uno di quei luoghi che “ti rende fiero di appartenere alla razza umana”…. come dargli torto! In effetti in questa pianura di 40 km quadrati, i sovrani dell’epoca hanno costruito in soli 250 anni circa 13.000 templi di varie dimensioni! Qui ci si può sbizzarrire nel muoversi con diversi mezzi di trasporto, ma sicuramente la bici è straconsigliata: fra tanti templi quelli da non perdere sono il Tempio di Thatbyinnyu, il più grande di Bagan, il Tempio di Dhammayangyi, il Tempio Sulamani e il Tempio di Mannuha. La maestosità e la raffinatezza del Tempio di Ananda, si coglie da ogni particolare lasciando davvero senza fiato per la bellezza architettonica e la purezza delle forme di ogni statua e la finezza degli affreschi! La sera che dire del tramonto visto dalla Daw Pagoda sull’intera Piana?Uno scenario mozzafiato vedere il rosso del terreno diventare color fiamma, rivaleggiare con le sfumature del cielo, le mura dei Templi che sembrano animarsi giocando con le luci serali, mentre sulla terrazza della Daw in disparte monaci Burmesi, Thay, coreani cercano la meditazione fra tanta gente che osserva e fotografa questo spettacolo unico al mondo.
Nella città dall’infinito numero di templi, stupe e pagode, le statue di Buddha sembrano voler proteggere e presidiare la bellezza e la magia di questi luoghi.