Varcare la soglia di un Viva Resorts per la prima volta può scatenare molte reazioni differenti nel cliente. C’è chi scalpita per le cose da fare, chi resta semplicemente a bocca aperta, chi si dà pizzicotti o simili per capire di non essere in un sogno ad occhi aperti.
Quel che è certo è che nessuno dei clienti resta indifferente.
Da non crederci eh?
E allora provate a chiedere agli ospiti che hanno trascorso una vacanza in un villaggio Viva, noi lo abbiamo fatto e questo è il racconto di quello che ci hanno detto.
Ma andiamo con ordine.
Bisogna partire dall’inizio.
Come per le favole ma senza scomodare il classico incipit “Once upon a time”.
Si parte dal principio, come per ogni storia che si rispetti, perché questa è davvero una storia degna di rispetto, una storia imprenditoriale italiana che prende il via come fosse un romanzo d’avventura, uno di quei racconti che incantavano da piccoli.
Che bastavano due pagine lette o anche solo abilmente narrate da un nonno o da un zio, prima di andare a letto, per essere catapultati in terre lontane e ricche di misteri, un assaggio di Salgari o di Jules Verne prima di chiudere gli occhi e portarsi, nel mondo dei sogni, con l’adrenalina e la paura e il mistero di una vera avventura.
Il principio, l’inizio di tutto, sono gli anni ottanta e il nostro protagonista è un giovane marinaio italiano, un uomo che ama il mare per scoprire il mondo, prima che inglesismi come skipper diventassero appannaggio di tutto un altro modo di vivere il mare – che in questa sede e forse non solo – non interessa.
Il nostro marinaio, all’epoca poco più che ventenne, calca i mari in barca a vela e al contrario del buon Emilio Salgari di cui sopra – che non fu mai più che mozzo a bordo di una nave – le storie non si limita ad inventarle, le vive in prima persona.
Cinque anni buoni di traversate, un lungo peregrinare nel blu degli oceani, fino all’incontro con un sogno che diventa un grande amore, quello vero, quello capace di cambiare radicalmente la vita.
Quel giovane marinaio, ora imprenditore stimato su scala internazionale, è Ettore Colussi, il suo amore, la Repubblica Dominicana e il sogno, porta nome, da trent’anni esatti, di Viva Whyndham Resorts.
Come i grandi navigatori di un tempo, suoi illustri predecessori, anche Colussi fa rotta verso le Americhe e come un Colombo o un Vespucci, la prima terra che tocca è quella sabbiosa della spiaggia di Bayahibe, in Repubblica Dominicana.
E’ lì che scatta tutto: l’amore, il sogno ad occhi aperti ma anche l’intuizione, quell’idea azzardata e geniale al contempo che muterà il giovane marinaio in un imprenditore visionario.
Ma Colussi, capace di godere la solitudine della navigazione, vuole invece condividere la sua idea, il suo sogno, la gioia della sua scoperta.
Vuole condividerlo con tutti.
E’ il 9 aprile del 1987 e apre ufficialmente i battenti il Viva Dominicus Beach, primo tassello di un scalata inarrestabile.