Le dune del Rub’ al Khali e il mare cristallino della Penisola del Musandam. Le rocce dell’Hajar e le testimonianze millenarie del commercio dell’incenso: l’Oman è un Paese di antiche culture, che ha conservato meraviglie naturali ancora intatte. Tutte da scoprire.
Una terra lontana, l’Oman. Dove cresceva la boswellia, l’albero che dava l’incenso della migliore qualità usato sia come profumo, sia durante le cerimonie religiose e le feste, era una delle merci più preziose dell’antichità. Roma, la Grecia, l’Egitto dei Faraoni, Babilonia e l’Oriente: sul traffico dell’incenso l’Oman fondò la sua ricchezza e aprì rotte a ovest, attraverso Yemen, Siria, Giordania fino al Mediterraneo, e a est fino in India e in Cina.
Di quell’antico Oman, grande circa come l’Italia – che si estende ad arco, per 1.700 chilometri, dallo Stretto di Hormuz fino all’Oceano Indiano – sono rimasti villaggi abbarbicati sulle montagne e fortezze, moschee e vecchi suq. Ma anche una natura ancora intatta e selvaggia che offre il meglio di sé nelle acque tiepide dell’Oceano Indiano, nelle sue lunghe spiagge bianche, nei fondali corallini incontaminati, ricchi di fauna e di flora tropicale, nei deserti di Wahiba Sands e del Rub’ al-Khali.
Un Paese sorprendente l’Oman, che è passato in pochi decenni dal Medioevo alla Terzo Millennio. Grazie certo ai proventi del petrolio, ma soprattutto grazie al suo sultano, Qaboos bin Said, sovrano illuminato salito al trono nel 1970 che ha costruito ospedali, scuole, aeroporti, una rete stradale di circa 30 mila chilometri, porti e alberghi di lusso. Opera continuata poi dal suo successore, Haytham bin Ṭariq Al Said. Oggi il nuovo sultano è inoltre capo del comitato responsabile dell’attuazione di “Vision 2040”, un colossale programma di riforme che ha l’obiettivo di trasformare l’economia del Paese e le sue fonti di sostentamento, rendendola meno dipendente dai proventi del petrolio e investendo su altri settori, come infrastrutture, trasporti, agricoltura, turismo, industria e pesca.
Ed è Muscat, la capitale, con i suoi viali di palme e i suoi palazzi a mostrare il volto più attuale dell’Oman. Dal palazzo del sultano, oro, azzurro, bianco mescolati in un ardito stile neo-egizio, alle ville residenziali immerse in giardini di palme, dalle moschee ai mastodontici ministeri. Le poche case antiche si trovano lungo la Corniche, il lungomare di Mattrah. Sono i palazzi dei ricchi commercianti portoghesi che, nel Seicento, fecero di questo porto il centro dei loro traffici. Perché, finita l’era dell’incenso, erano iniziate quelle dell’avorio, delle spezie, degli schiavi. E l’Oman continuò a essere un nodo nevralgico per i commerci tra Oriente e Occidente, conteso per secoli da portoghesi e inglesi. Sarà poi la dinastia Said, di cui l’attuale sultano è discendente, a fondare il nuovo stato e a portare l’Oman nella nuova era, quella dell’oro nero: il petrolio. La vera attrazione della città è il vecchio suq, considerato il più ricco del Paese. Qui l’artigianato locale ha una specialità: gli argenti, vera passione di questo popolo. Tra gli oggetti più originali, il “khanjar”, pugnale ricurvo in argento lavorato, simbolo dell’Oman.
Oltre Muscat, l’Oman conserva ancora alcune testimonianze del suo passato millenario, a cominciare da Nizwa, capitale dell’Oman nell’Ottavo secolo. Oggi la città è famosa per le sue palme, che producono i datteri migliori della Penisola Arabica. Ma soprattutto, per l’avveniristico museo Oman Across Ages (Oman attraverso le epoche), inaugurato a marzo 2023. La monumentale struttura rivestita in acciaio, concepita da Cox Architecture, emerge dal piano come una serie di volumi geometrici e angolari che dialogano con lo sfondo delle creste della catena montuosa dell’Hajar. In armonia con l’architettura, il progetto espositivo, realizzato da Event, celebra il ricco patrimonio dell’Oman, dalla preistoria ai giorni nostri, grazie a una serie di esperienze immersive e high-tech, utilizzando le più recenti tecnologie come la scansione e la stampa 3D e un teatro a 360°.
Vicino a Nizwa, il villaggio di Misfah. Abbarbicato sulle montagne, ha un grande palmeto con un intrico di “falagi”, i canali che consentono l’utilizzo delle faglie d’acqua sotterranea, e che hanno trasformato in fertili giardini questa terra arida e montuosa. Misfah conserva inoltre la struttura architettonica medievale: case di “pisé”, un impasto di paglia e fango, alte e strette, una addossata all’altra. Unici elementi decorativi, i portoni e le finestre interamente di legno intagliato.
Quindi il forte di Bahla, il più antico tra quelli omaniti e dichiarato Patrimonio Unesco, e la seicentesca fortezza di Jabreen. Finemente decorata e risalente al XVII secolo oltre a sale, cucine, scale e torrette, offre una vista mozzafiato su un’immensa valle deserta. Al Ayn invece è il sito archeologico più antico del Paese. Vi si trovano i resti di una necropoli dell’Età del Bronzo costruita durante il periodo Hafit (3100-2700 a. C.). Non sottoposto a lavori di restauro, ne ha conservato la sua autenticità. Patrimonio Unesco, si compone di diversi tumuli funerari dall’aspetto di un alveare, costituiti da una piccola camera per una o due sepolture.
Salalah è una città nel cuore del Dhofar, regione all’estremo sud, nonché unico angolo di Arabia toccato da un monsone (quello indiano). Qui le forti piogge estive hanno creato un paradiso di smeraldo, con una folta vegetazione tropicale fatta di palme, banani, manghi. Ma il Dhofar è soprattutto la terra della boswellia carteri, l’albero che produce l’incenso della migliore qualità di cui scrisse persino Marco Polo, che passò da Salalah durante uno dei suoi viaggi verso Oriente. Ed è nel vecchio suq dei profumi che si può vedere quale uso gli omaniti fanno dell’incenso. Le minuscole botteghe sono riempite all’inverosimile di scatoline di latta, legno, vetro. In ognuna c’è una qualità di incenso in cristalli. Che viene poi bruciato in uno speciale vaso di terracotta insieme a un profumo in polvere, risultato di una miscela sempre diversa di legno – sandalo, rosa, cedro – e fiori.
Infine, i due deserti. Il Wahiba Sands, porta il nome della tribù beduina che lo popola. Esteso per circa 12.500 chilometri quadrati, e con dune che sfiorano i cento metri, getta le sue sabbie bianche nel blu dell’Oceano Indiano. E l’iconico Rub’ al-Khali, chiamato anche Quarto Vuoto, inteso come “quarta parte” della Penisola Arabica dopo cielo, terra e mare, che copre più di 650 mila chilometri quadrati. Ancora ampiamente inesplorato, e praticamente disabitato, è il sito più ricco di petrolio nel mondo. Un deserto che è un infinito rincorrersi di sabbie e dune di ogni forma, a partire da quelle gigantesche a stella, fatte a piramide con simmetria radiale, per arrivare a quelle lineari, dune più lunghe che larghe, con creste diritte o sinuose, che nel Rub’ al-Khali raggiungono anche più di 160 chilometri di lunghezza. Disposte in file parallele, sono separate tra loro da chilometri di sabbia, ghiaia o rocce.
Questo Oman con le sue spettacolari meraviglie naturali e culturali è il punto forte della nuova programmazione Kel 12. Cinque gli itinerari che portano i viaggiatori alla scoperta del Paese. Kel 12 con il suo ufficio a Muscat, capitale dell’Oman ha l’obiettivo di arricchire e ampliare i tour nel Paese con una soluzione di viaggio unica in Italia, il Wild Glamping, ovvero le notti nel deserto trascorse in grandi tende dotate di ogni comfort. E con una crociera a bordo di un tradizionale dhow, per andare alla scoperta della Penisola del Musandam, exclave omanita negli Emirati Arabi.
Kel 12 continua così il suo lungo viaggio, iniziato nel 1978 proponendo tour in tutto il mondo, etici e sostenibili, incontri con la natura, la storia, l’arte, le persone. Scelto nel 2018 da National Geographic Expeditions come primo partner per l’Italia e l’Europa, nel 2021 Kel 12 acquisisce I Viaggi di Maurizio Levi, operatore specializzato in viaggi culturali e spedizioni, creando così un polo che si distingue per le proposte di viaggi di scoperta, insoliti e spesso unici. Ora un nuovo ingresso: Al Koor Tourism, nato nel 2005 dalla passione di Piero Rossi per i deserti di Africa e Medio Oriente, dove ha vissuto per oltre 30 anni. Un’esperienza che gli ha permesso di aprire al turismo internazionale i luoghi più affascinanti dell’Oman, primo fra tutti il Rub’ al-Khali, in una perfetta fusione di natura, cultura e storia. Il team Al Koor è specializzato in viaggi con vetture 4×4 completamente attrezzate per il campeggio in aree remote, combinando comodità e spirito d’avventura.
Commenta Giacomo Iachia, Product Manager Oman, “tutti i viaggi in Oman sono accompagnati da esperti residenti in loco: come Roberto Birolo, che ne ha approfondito la storia e si dedicherà ai tour più culturali, e lo stesso Piero Rossi, che guiderà le spedizioni. A coordinare il tutto, direttamente da Muscat, Silvia Ercoli, esperta di viaggi e di deserti (Libia, Algeria, Egitto, Sudan) dove ha vissuto per più di vent’anni. I gruppi saranno sempre piccoli: minimo 4 e massimo 12 viaggiatori. E sulle jeep ci saranno sempre solo tre passeggeri, garantendo così maggiore comodità, ma soprattutto il posto-finestrino garantito”.
Per le notti nel deserto Kel 12 sceglie la formula Wild Glamping, coniugando scoperta e comfort. Tre viaggi-spedizione prevedono infatti, con modalità diverse, l’utilizzo di campi tendati mobili dotati di tende maxi-igloo, dove si può stare anche in piedi, con all’interno ogni comfort: letti, materassi e biancheria, tappeti, torce, beauty kit con prodotti ecologici. Bagni e docce a disposizione rendono l’esperienza ancora più piacevole. La presenza di un cuoco garantisce ogni giorno un menu curato e vario, che include anche pesce appena pescato quando si è vicino al mare e che spazia da ricette tradizionali locali a specialità ispirate alla cucina italiana. Un’esperienza esclusiva e di qualità, che consente di offrire le emozioni intense del deserto anche a chi vi aveva rinunciato per mancanza di comodità.
Rub’ al-Khali: tra deserto e mare, viaggio-spedizione di nove giorni, è una novità. Si concentra sull’esplorazione del cuore del Rub’ al-Khali, la parte più spettacolare. Alle quattro notti nel campo mobile nel deserto, si affiancano due notti di relax in eco-lodge sul mare.
Rub’ al-Khali: la traversata del Quarto Vuoto, è un viaggio-spedizione di 10 giorni che propone invece la traversata integrale del Rub’ al-Khali. Riservato agli spiriti più intraprendenti, regala la meraviglia di paesaggi estremi in un angolo tra i più remoti della Terra.
Avventure d’Oriente: dune bianche e mare, è un itinerario di 9 giorni che regala tre notti in tenda nel deserto di Wahiba Sands, senza rinunciare alle suggestioni culturali di Nizwa, includendo anche due notti al mare e un tour in barca a Ras al Had.
La quarta proposta di Kel 12, Atmosfere d’Oriente: cultura millenaria e natura, è un tour di 9 giorni che va alla scoperta della cultura e della storia millenaria del Paese, da Muscat a Nizwa, dal Al Hamra a Bahla e – unico operatore italiano a proporlo – si spinge fino al sito Unesco di Al Ayn, risalente all’Età del Bronzo. Il tour prosegue con la traversata del deserto di Wahiba Sands e il pernottamento in un campo tendato fisso, lontano dalle rotte turistiche: appena 15 tende, che garantiscono agli ospiti la massima intimità. Un viaggio che si conclude con un’escursione in barca all’arcipelago delle Daymaniyat, nove isole alle porte del Golfo Persico, tutte rocciose, circondate da barriera corallina, Riserva Marina dal 1996.
Infine, una proposta per appassionati di mare: Crociera in dhow tra i selvaggi fiordi del Musandam, un itinerario di 9 giorni, una prima assoluta ed esclusiva Kel 12, che porta alla scoperta della Penisola del Musandam, una terra aspra e isolata dalla catena dei monti Hajar, tra le meno conosciute d’Arabia. Una penisola traforata da mille fiordi, puntellata da isole e faraglioni calcarei, che si specchia in acque dal blu intenso al verde turchese, dove si trovano coralli, pesci e cetacei. Si parte da Muscat in Oman, quindi si raggiungono il deserto di Wahiba Sands con una notte in campo tendato, per salire poi a bordo del tradizionale dhow Rubba – che dispone di cinque cabine – e andare così alla scoperta dell’arcipelago corallino delle Daymaniyat. Si risale quindi verso nord, attraversando le acque territoriali emiratine, per tornare in Oman a Musandam, che è un’exclave separata e circondata dagli Emirati. Dopo quattro notti e cinque giorni di navigazione, si rientra a Dubai. La partenza nel 2025 è una sola e garantita: dal 18 febbraio al primo marzo.
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