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Il Mucem

Un altro itinerario di grande interesse si snoda sempre dal porto, ma stavolta i mezzi di trasporto sono le proprie gambe o i mezzi pubblici (a proposito, consigliatissimo l’itinerario dell’autobus numero 83, che percorre la Corniche, ovvero il lungomare marsigliese). A Nord, arrampicato su una collina, si sviluppa il quartiere di Le Panier,  il più antico e caratteristico di Marsiglia. Strette vie, piazze e chiese barocche, case dipinte e boutique sono le specialità di questo pittoresco microcosmo. Difficile resistere alla tentazione di acquistare le profumate saponette esposte nelle vetrine dei negozi, del resto quale miglior luogo se non Marsiglia per fare incetta del vero sapone di Marsiglia? (attenzione, per essere puro deve contenere almeno il 72% di olio d’oliva).

Ciò che non può assolutamente passare inosservato è il Mucem, lo spettacolare Museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo, progettato dall’architetto italo-francese Rudy Ricciotti.
Inaugurato nel 2013 – anno in cui Marsiglia è stata capitale europea della cultura -, questo imponente edificio (oltre 40 mila metri quadrati di superficie) è un contenitore polifunzionale di iniziative culturali, rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali, esposizioni, proiezioni cinematografiche. Il successo non si è fatto mai attendere e, dopo soli 4 anni di vita, il Mucem è diventato uno dei principali simboli della città.

Il tour di Marsiglia offre celebri percorsi tra antichità e modernità – la Cattedrale, Notre Dame de la Garde, il nuovo stadio Velodrome per citare alcuni luoghi -, ma anche mete di grande interesse, poco frequentate dal turismo tradizionale. Come la “Città Radiosa”, la grande opera di edilizia di Le Corbusier, costruita negli anni ’50  per accogliere 1600 persone, in primis i reduci della Seconda Guerra Mondiale e le loro famiglie. Nei piani del suo brillante creatore, la “Città Radiosa”, più che un semplice palazzo, doveva diventare una sorta di villaggio verticale quasi  autosufficiente, al cui interno sarebbero sorti negozi, ristoranti, ampi spazi comuni e biblioteche (ogni piccolo dettaglio risulta studiato con grande lungimiranza, basti notare la pista di jogging ricavata sul tetto).

La Città Radiosa

 

Nella pratica fu esattamente così, anche se a cominciare dagli anni ’90 le piccole attività commerciali si spostarono progressivamente nelle vie del centro cittadino. Ora, all’interno struttura, sopravvivono solo un piccolo negozietto di alimentari e un ristorante, insieme a diversi uffici e a una scuola materna pubblica.

la cucina di un appartamento all’interno della Città Radiosa

La prima cosa che salta all’occhio, dinanzi alla “Città Radiosa”, è la sua particolare disposizione, trasversale rispetto alla strada che corre di fronte. Le Corbusier aveva infatti progettato la suo opera affinché fosse posta esattamente sull’asse est-ovest per dare la giusta quantità di luce a entrambe le facciate. I 316 appartamenti (l’unità base è di 98 metri quadrati) si sviluppano quindi in lunghezza e ricevono una doppia esposizione sia dalla parte anteriore, sia da quella posteriore. I principi costruttivi sono ispirati alla dimensioni del corpo umano. I soffitti, ad esempio, sono alti 2,26 metri, vale a dire un uomo di altezza media con il braccio alzato. Ne consegue che gli spazi degli appartamenti siano centellinati al massimo e che ogni tipo di confortevole eccedenza non sia contemplata.

Nel tempo, la fama legata a  questo palazzo, nato come progetto di edilizia popolare, è divenuta sempre più pervasiva, tanto da corteggiare anche i marsigliesi più abbienti. Il mercato immobiliare, una volta recepito il messaggio, ha fatto il suo prezzo. 4 mila euro al metro quadro, la cifra di partenza nel 2017.