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Parto per le Filippine, ospite dell’Ente del Turismo di quel Paese, in compagnia di diversi operatori turistici, veri destinatari di questa iniziativa di promozione.

La natura commerciale del viaggio sarà una componente fondamentale di un’esperienza squisitamente turistica di vero spaesamento: mi troverò, infatti, in un Paese che, di fatto, non ha rapporti turistici con l’Italia, e ben pochi con l’Europa, a partecipare a un normalissimo “eductour”, focalizzato soprattutto alla presentazione di una serie di lussuose strutture alberghiere, in alcune località tra le migliori destinazioni turistiche del Paese, alle cui risorse di attrazione viene prestata giusto l’attenzione necessaria a capire le ragioni di una così alta e qualificata offerta alberghiera.

Come se fosse la mancanza di informazioni dettagliate sugli alberghi la ragione di un traffico turistico con la parte del mondo dove abito così ridotto.

Ho preso appunti, nelle varie tappe del viaggio, che con soste in tre diverse località è stato capace di farmi tornare con più domande di quelle che avevo alla partenza. Il mio reportage non è altro che un primo tentativo di mettere ordine tra le cose viste e il crescere delle domande.

Manila

Il primo dato evidente del viaggio è la lontananza di questa destinazione, in tutti i sensi. Intanto servono diciotto ore di volo per arrivare dall’Italia nelle Filippine. Non ci sono voli diretti, non c’è traffico business significativo. La gran parte del traffico dall’Italia viaggia in classe economica ed è costituito da filippini, in gran parte donne, che lavorano nelle nostre case e tornano ad incontrare le famiglie per poi tornare da noi oppure, in qualche caso, per trasferirsi nel loro Paese definitivamente. Quando si arriva, basta pochissimo tempo a capire che delle Filippine noi conosciamo ben poco: il nome, qualche ricordo legato alla Seconda Guerra Mondiale, qualche notizia data dai telegiornali.

Eppure si tratta di un Paese dalle caratteristiche molto forti. E’ il secondo arcipelago più grande del mondo, dopo quello della vicina Indonesia, più di settemila isole tropicali raggruppate in tre regioni geografiche, Luzon a nord, Visayas al centro e Mindanao a sud, che offrono non solo una grande varietà di paesaggi, una natura rigogliosa che riesplode con forza dopo ogni devastante passaggio di tifone, ma anche un grande patrimonio storico, spirituale e culturale che si è sedimentato a partire da tempi lontanissimi.

I primi abitanti dell’arcipelago, chiamati Negritos, dovettero presto farsi una ragione delle continue migrazioni che le terre da loro abitate continuarono per secoli ad attirare, primi i malesi, poi gli indiani, poi, al tempo della dominazione islamica dell’India, genti di fede musulmana, poi popolazioni di origine cinese venuta ad insediarsi nell’arcipelago dando vita ad una fittissima rete di traffici commerciali estesa in tutta l’Asia.

Fort Santiago a Intramuros

A partire dal 1521, anno dell’arrivo di Magellano, le Filippine divennero, per tre secoli, parte dell’impero spagnolo. Pochi decenni dopo la fine della dominazione ispanica, le Filippine diventano il teatro dell’invasione giapponese e delle drammatiche battaglie della Seconda Guerra Mondiale conclusa con la vittoria che assegna agli Stati Uniti d’America il ruolo di Paese più influente nell’area. In tutto questo rincorrersi della storia i filippini hanno maturato una particolare filosofia di vita, “bahala na”, che si traduce nella consapevolezza della transitorietà della vita, della necessità di viverla con leggerezza e nella particolare predisposizione all’accoglienza. La varietà e le ricchezze naturali del paese unite alla qualità dell’offerta ricettiva, alla varietà delle proposte per il divertimento e al senso di ospitalità della gente hanno contribuito non poco a fare delle Filippine un’importante meta turistica nel mercato asiatico, spostando capitali di investimento e consistenti flussi annuali di turisti soprattutto dalla Cina, dall’Indonesia, dal Giappone, dalla Corea. Moltissime le destinazioni possibili, soprattutto nei territori al Nord e al Centro del Paese, mentre il Sud è penalizzato dalla presenza di movimenti autonomisti che hanno scelto forme di lotta armata e terroristica. Una rassegna di opzioni è offerta dal sito ufficiale Ente del Turismo delle Filippine. Ma la domanda sulla assenza di turismo europeo nel Paese resta senza risposta.